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La real

chiesa di

San Lorenzo

La barocca Real chiesa di San Lorenzo fu opera di Guarino Guarini, eseguita tra il 1668 e il 1687. Voluta dai Savoia, è ubicata sul lato nord-ovest della centralissima piazza Castello, tra Via Palazzo di Città ed il Palazzo Chiablese, attigua alla Piazzetta del Palazzo Reale.

Il 10 agosto 1557, il duca Emanuele Filiberto sconfisse a San Quintino l'esercito francese, permettendo l'egemonia spagnola sull'Europa, grazie alla successiva Pace di Cateau Cambrésis (1559), e il proprio ritorno in quel Ducato di Savoia, che di lì a poco avrebbe iniziato a cambiare profondamente.

Era il giorno di San Lorenzo e sia Felipe II di Spagna che Emanuele Filiberto promisero la costruzione di un luogo di culto a lui dedicato. Felipe costruì il Monastero di San Lorenzo dell'Escorial, a poche decine di chilometri da Madrid, dove poi si ritirò negli ultimi anni della propria vita.

Emanuele Filiberto, impegnato nella costruzione della Cittadella  e nella riedificazione dello Stato, non aveva le risorse sufficienti per una nuova chiesa e dedicò al Santo l'esistente chiesa di Santa Maria ad Presepae. Fu qui che, tra l'altro, Emanuele Filiberto fece portare la Sacra Sindone, affinché fosse venerata da San Carlo Borromeo, per un ex voto fatto durante la peste di Milano.

La cupola

La cupola è fonte di meraviglia, come dice Guarini di “atterrimento dell'animo umano”. Osservandola dal basso si crea un’illusione di distanza non comprensibile, di progressione senza fine in uno spazio inondato di luce.

Un intreccio di strutture articolate su tre ordini sovrapposti, occultate dalla architettura apparente dell’aula, sostengono la cupola che presenta coppie di archi incrociati che riprendono il motivo dell’ottagono e formano una grande stella ad otto punte con al centro l’ottagono regolare della lanterna. Il tutto viene reso aereo e leggero dalla luce che penetra dalle finestre aperte nelle vele della volta e che, rotta dall’articolarsi degli archi incrociati crea un effetto ottico di irrealtà: tutto sembra vero e tutto sembra illusorio, Guarini ha saputo concentrare l’attenzione sulla complessa, misteriosa struttura della cupola che pare reggersi  bin equilibrio che – secondo G.C. Argan – rappresenta l’istante in cui il calcolo matematico coincide con il percorso della fantasia che tende a Dio”.

Guarini “gioca” con le strutture apparenti e reali, i percorsi interni ed esterni, gli effetti sorpresa per guidare ciascuno di noi ad ascendere e “vedere con l'intelletto”, contemplare la luce divina. L'architettura apparente, ciò che noi vediamo, nasconde l'architettura resistente.

Riferimenti
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